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o religioso, il suo primo espediente è quello di ricorrere alle cinque vocali.

Per esempio:

— Ha veduto, signor Cornelio, i giornali di stamani?

Cornelio — Mi pare, ma, non oserei giurarlo.

— C’è una notizia molto brutta!

Cornelio — Ah!... (sull’aria dello sbadiglio).

— Si dice nientemeno che il direttore di un giornale cattolico sia scappato per aver convertito alla fede la nipote di un parroco.

Cornelio — Eh!... (soffiandosi il naso con enfasi).

— E questo giornalista è un prete!

Cornelio — Ih!...

— Che ci erede lei?

Cornelio — Oh!...

— Sarebbe uno scandalo!

Cornelio — Uh! —

E così, con queste cinque vocali foderate di un’acca e di un punto ammirativo e modulate in vario modo e con varia intonazione, Cornelio si tira fuori dal pericolo di una imboscata.

Anche in arte, anche in letteratura, anche in ragionamenti accademici, Cornelio serba sempre lo stesso metro e se ne trova bene.

Oggi, per dirne una, c’è una questione vivacissima sul merito di un quadro. Chi lo mette alle stelle chi alle stalle.

— E lei, signor Cornelio, che cosa ne pensa di quel quadro?

Cornelio — A proposito di quadri, vorrei sa-