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M. Dissero, perchè non pagati, che la mia opera era un vero guazzabuglio di astruserie e che quel poco di buono che vi si riscontrava, era un furto continuato senza attenuanti.

P. Ah! tocchi di bricconi!...

M. Ma presto avrò la mia rivincita. Fatemi un buon libretto e allora vedremo se Verdi è solo. Ho certi canti per la testa.... certe melodie.... abbiate pazienza, ve ne voglio far sentire qualcuna.

P. Bravo! mi farete un vero piacere (sbadigliando nervosamente).

M. Incomincio (qui si asside al piano e principia a cantare accompagnandosi. Dopo pochi minuti si volta e dice all’altro) Poeta, che ve ne pare?... come? dormivi?

P. No maestro, ascoltavo le vostre melodie in preda a un estasiatico sonno. (A questo punto il Poeta si alza per andarsene; il Maestro si stropiccia le mani dalla contentezza e il macchinista cala subito la tela, perchè il pubblico non abbia il tempo di fischiare).