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Il teatro pur troppo è mezzo vuoto; ma gli amici dell’autore ci sono tutti, tutti fino a uno! E aspettando che si alzi il sipario, ridono fra loro, bisbigliano, si ammiccano e si dànno delle laughissime fregatine di mano in segno di sincero compiacimento.
Gli amici dell’autore drammatico, per il solito, non sono cattivi di cuore; ma l’unica speranza che rallegri la loro vita è quella di poter fischiare cordialmente l’amico.
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Siamo vicini al momento solenne.
L’orchestra suona la solita e malvagia sinfonia, tanto per indisporre l’animo del pubblico.
Il sipario si alza.
Se la commedia piglia buona piega ed è applaudita, il capocomico rientra fra le quinte e dice all’autore:
— Caro mio! Lei può ringraziar me! Nelle mani d’un altro, questa commedia non arrivava al second’atto: era un fiasco sicuro. —
Poi vengono sul palcoscenico gli amici, i quali, affollandosi intorno all’autore e stringendogli la mano, gli bisbigliano:
— Caro mio, ringrazia noi! Senza di noi, credilo, la commedia non arrivava in fondo. Ci siamo