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Poi si fissa la prova generale per il giorno dopo, a mezzogiorno preciso: i comici se ne vanno via, e l’autore abbandona anche lui il palcoscenico.
*
Mentre l’autore, confuso e sbalordito da due ore di ronzìo e di mugolìo, s’incammina passo passo verso casa, ecco che sente toccarsi in un braccio.
Si volta: è il suggeritore.
— Com'è rimasto contento della prova?
— Pochino, a dir la verità.
— Ha mille ragioni! Quelli non sono artisti! Sono farisei. Trattano un povero autore esordiente peggio di un cane morto.
— Che ne pensa lei, signor suggeritore; la mia commedia anderà?
— Oh! per andare, anderà di certo: ma se va bene, creda pure che è tutto merito mio. La vita e la morte dei lavori nuovi sta nelle nostre mani, ossia nelle mani dei suggeritori. Noi una commedia nuova la possiamo mandare alle stelle, o farla sprofondare.... È l’unica attrattiva che abbia la professione del suggeritore. Se avessi tempo di studiar per bene la sua commedia gli garantirei un successone...; ma per l'appunto in questi giorni non ho la testa con me!
— Forse qualche disgrazia di famiglia?
— Peggio. Ho fuori la firma in una cambiale per un artista, che non gli nomino, perchè lo conosce bene anche lei. Un artista coi fiocchi,