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di tanto in tanto un sicut in cielo et in terra, oppure un lunghissimo e strascicato luceat eiiiii.... che par quasi una canzonatura.
Intanto il segnale è dato e la prova incomincia.
Atto 1o, Scena 1a. Amelia e Gilberto (prima donna e primo amoroso).
— Signori, grida il capocomico, li prego di stare attenti. È una bella commedia, ma ha bisogno di essere molto concertata.
Gilberto — Vostro padre uuuuuuuuu.... ancora tornato?
Amelia — Mio padre uuuuuuuuuu.... forse domani.
Gilberto — O Amelia, concedetemi uuuuuuuuu quanto vi amo!
Amelia — Tutti gli uomini dicono così e poi.... uuuuuuuuu meno del loro zigaro.
— Un momento! — dice l’autore interrompendo la prova: quindi volgendosi alla prima donna, osserva con voce dolce e melliflua:
— Pregherei la signora a dir sigaro e non zigaro. Noi fiorentini diciamo sigaro.
— (risentita) E io com'ho detto? non ho forse detto zigaro?
— Purtroppo! Preferirei invece che dicesse sigaro.
— Zigaro, sissignore, zigaro, zigaro, ho capito benissimo. Per sua regola e norma io pronunzio l’italiano come lui, e non ho di mestieri che nessuno venga qui a insinuarmi il modo di pronunziare le sillabe dell’alfabeto. —