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LXXXV
Sposi felici, per la vostra face
Splenda di Portugal provido il Nume.
Portando a noi la sospirata pace,
4Della Madre d’Amor fra l’auree piume.
Fatte, che a pró di noi la Diva audace
L’empia ruota suspenda: entro il suo fiume
Spirar non vegga il vostro amor verace
8Il Domator delle Tartaree spume.
Vivete in dolce nodo: altre faville
Il ciel non fecondó cosi giocondo;
11Amor, che l’inspiró, Amor nutrille.
Sorger vegg’io dal thalamo fecondo
Fra mille gioje, fra trionfi mille
14E gloria a Portugal, e gloria al mondo.
LXXXVI
De cosi degno Eróe la Regia fronte
Cinga d’eterno allor, chi virtude ama:
Che il ciel la gloria sua per altro chiama:
4Sentier, che guida a piú sicuro monte.
Non di Parnaso, non d’audace fonte
I fiori, ed i cristalli alla sua fama
Omaggio esser potran; ciascun, che brama
8I suoi merti lodar, lodi à più pronte.
Voto faccia di voglia assai sincera,
Dell’anima tributa sia la fede;
11Questa victima ei solo ama, ei la spera.
Non più l’Eróe, mortali, da voi chiede;
Il non sprezar la vostra fé si vera,
14E' de tributi vostri ampia mercede.