Pagina:Nuovo discorso proemiale letto nell'Accademia di Filosofia Italica (Mamiani).djvu/7

 
— 7 —
 


§ VI. Io non m’induco senza ragione gravissima a tassare di vanità alcun moderno costume, nè tanto sono parziale nel giudicare che io noti e consideri delle cose solo gli aspetti men buoni. [E per troppo desiderio di divulgarla.] Certo, in principio, molte di quelle forme di scrivere furon trovate con intenzione ottima e per desiderio di divolgare e propalare la scienza; altre, dovean prestare comodezza e sussidio alla ritentiva e fornire indizii e porgere avviamento (quasi topiche dottrinali) a lunghe e sode investigazioni. Ma come il vezzo dei tempi inclinava a cercar delle cose più presto gli usi che la natura e più volentieri abbracciarle che stringerle e spesso pigliandone la corteccia lasciarne intentato il midollo, quella scienza volgarizzata e superficiale e quei cenni e ricordi di consumate teoriche presero il luogo del sano e forte e meditato sapere; e scordando le sue sorgenti vive e abbondevoli corse il mondo, e segnatamente i più giovani, a disetarsi a quei minuti e non limpidi rivoli e stillicidii.

A questo un altro gran danno s’accompagnava ed era la rapida declinazione dell’intellettuale vigorezza. [Ne seguì fiacchezza d’ingegno.] Perchè come la complessione fisica si stempera e si avvizzisce con le morbidezze e la ignavia, così le facoltà della mente nella soverchia pianezza dei metodi nelle disattente letture e nelle poco rigide discipline e troppo agevoli esercitazioni si sfibrano e illanguidiscono. Però di quella congerie tragrande e sì moltiforme di cognizioni che adunasi oggi nelle intelligenze degli uomini, pochissime parti sono compiute e ordinate, e la cresce ed accumula meno assai la cogitazione che la memoria; quindi ogni notizia entra in capo, come portano gli accidenti; non sorge dall’intimo ma tutta viene di fuori; non rampolla l’una sull’altra ma l’una all’altra si soprappone quasi molecole di minerale per meccanico attraimento, non per virtù interiore ed organatrice. [E giudizj avventati e mal fermi.] Quindi pure i giudicii sono al dì d’oggi così subiti e risoluti come imprudenti ed instabili. Con molta apparenza di libertà, ripete ognuno il detto non suo e piglia a prestanza gli altrui pensieri; e come le opinioni vannosi componendo assai delle volte in sulle piazze e rado nel silenzio degli scrittoi e