Pagina:Nuovo discorso proemiale letto nell'Accademia di Filosofia Italica (Mamiani).djvu/26

 
— 26 —
 


più lodano, [Non bene studiata oltremonti.] anzi nè più raffigurano il suo verginale sembiante. Certo, stranamente la offende e combatte dove la impazienza e la boria di smodati cervelli, dove il troppo addentrarsi e piacersi nelle faccende meccaniche e dove la sfrenata ambizione e temerità della stessa speculativa. Però se il caldo e maternal desiderio non mi fa gabbo, e s’io son usa a notare e conoscere molto di lunge i segni e gl’indizi de’ massimi accadimenti, [Torna alla sede antica.] io scorgo quella nostra divina esule ritrovare alfine le orme de’ primi suoi passi e con l’augusta bellezza del suo volto immortale allegrare le terre ed i popoli ove s’ebbe la culla e i primi onori raccolse. Apparecchiatele le vie; tutte le porte dell’Accademie, tutti i sacrarii delle scienze schiudetele e il nobil freno degli studii nelle sue venerande mani ponete. Torna l’esule divina, augurio e principio d’ogni italiana risurrezione; e perchè mai non cessi d’abitare, o figliuoli, in mezzo di voi e con parentevole affetto parlarvi e chiamarsi vostra concittadina, questo serbatevi impresso nel più alto luogo della mente ch’Ella [Fa dimora abituale tra gli onesti e i generosi.] non fa dimora abituale e gioconda se non fra gl’ingegni intemerati ed austeri, e fra gli spiriti animosi e gagliardi, nemici di basse ed avare voglie e giurati al culto della patria e della libertà.