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Conciossiachè io discerno le cose nell’ultime lor cagioni e la mia mente e il mio sguardo abbracciano l’ampio circolo della vita dei popoli e girano velocissimi per tutta la vastità dello spazio e della durata.
§ XXI. [Noi divisi, gli altri congiunti.] A voi, figliuoli, spartiti oggi e disgregati in varie provincie non dà l’eloquenza dei Gracchi di possedere in comune la romana cittadinanza; nè Ottaviano Augusto correggevi tutti con un solo scettro, segnando a vostro confine le Alpi Nizzarde e le Carniche; nè la stirpe infelice dei Berengari vi ricongiunge e affratella sotto le aquile tornate al vecchio e disfatto nido. Appena un leale e strettissimo patto federativo può rendervi forti quest’oggi e sicuri a competere con l’altre famiglie umane cresciute fuor modo di territorio, d’arme, di popolo e di ricchezze. [E armati e ricchi e adottrinati e civilissimi.] Nè quel territorio e quelle ricchezze sono come le asiatiche e le peruviane esposte alle voglie de’ più bellicosi; nè quell’armi e quel popolo riescono incivili e barbarici e solo gagliardi per naturale virtù, ma invece con la sagacità delle leggi, con gli eserciti sterminati e con antica e provatissima arte di guerra minacciano l’altrui libertà e in molti paesi la premono e la manomettono.
Non io generosa per indole e usata ed esercitata a veder cadere e risorgere le stelle della mia gloria, non io dispero che la vostra possanza e il marittimo vostro ardimento rinasca o Genovesi e Veneziani, e voi Siculi che le angioine flotte sconfiggeste, e voi littorani del mar Tirreno e del Japigo che nelle storie leggete le maraviglie di Pisa e d’Amalfi. [L’Inghilterra, signora dei mari.] Ma non vi prenda vana lusinga di emulare nè ora nè poi la Roma dell’oceano che in tutti i punti dell’universo ha piantato il suo leopardo e numera più vascelli che altri popoli tartane e bombarde e la quale pur quante volte ha combattuto sui mari, di tante rostrate corone si è cinta.
[L’industria e i commerci passati altrove.] Rifaretemi voi quello che più secoli sono stata donna e maestra di egregi opificii, singolare d’industrie, squisita nell’arti, potente e ricchissima di commerci? Tornerà l’oro d’Europa a rigirare in massima parte sui banchi da me aperti e a maraviglia provveduti in Francia, nella Fiandre, in Inghilterra, in Levante? Tornerete voi nelle mie mani