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diti non andarono piú innanzi, lasciando altri campi aperti alle insidie, alle incertezze.

In questa zona malsicura ho creduto conveniente di affrontare tre punti importanti, che hanno caratteri assai diversi, colla fiducia che differenti metodi, adoperati ad un unico fine, potessero far meglio risplendere la verità che cerchiamo sull'opera dei Giunti 1.

Le difficoltà principali relative alla Tenzone fra Dante da Maiano e diversi Compositori, nascevano dal fatto che alcuni di questi poeti erano completamente ignoti, e ciò acuiva il sospetto che fossero suppositizi. In quei begli anni che si lavora e lavora con serenità e fiducia, anche intorno ad opere di cui non si scorgono i limiti, io m’ero imposto di fare uno spoglio sistematico dei protocolli piú antichi dell’Archivio fiorentino, e frequenti soddisfazioni, benché piccole, compensavano l’umile fatica.

M’avvenne, per esempio, di scovar notizie biografiche per l’appunto di quei tre corrispondenti di Dante da Maiano di cui non si sapeva nulla, e le notizie li orientavano verso quel periodo di tempo in cui fiorí il Maianese.

E se uno di essi mi si rivelò cittadino di qual-

  1. Avverto, a scanso d’equivoci, che qui e altrove, nel corso del presente lavoro, mi valgo e mi son valso della espressione «i Giunti» per amor di brevità, anziché dell’altra «coloro che allestirono per i Giunti l’edizione del -27», sui quali, tutt’altro che ben noti, cfr. A. Borgognoni, Studi di erudizione e d’arte, Bologna, 1878, II, 102-3; La Vita nuova, ed. Barbi, Firenze, 1907, p. lxxviii, n.