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gli emigranti nella luna | 157 |
canto secondo
Com’è la luna
Scórsero i giorni, anche le notti; e il vento
soffiò più forte, e si levò la luna
3più tardi, e il fuoco morto e il lume spento
s’era più presto: un’altra notte, e una
pallida nebbia errò su padri e figli
6non sazi. Ma la madre era digiuna.
Destò la luna i languidi sbadigli
degli altri: a lei si riflettè su gli occhi
9umidi e lustri sotto i curvi cigli.
Si scaldavano un poco ora i marmocchi
a lei. L’ultimo, in terra, il capo ciondo-
12loni via via le urtava ai due ginocchi.
Ella parlò: “Se fosse qui quel biondo
grande... Ma egli prese la bisaccia
15vuota; e chi sa, dov’ora è mai, del mondo?