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la piada 151



vii


Azimo santo e povero dei mesti
agricoltori, il pane del passaggio
117tu sei, che s’accompagna all’erbe agresti;

il pane, che, verrà tempo, e nel raggio
del cielo, sulla terra alma, gli umani
120lavoreranno nel calendimaggio.

Chè porranno quel dì su gli altipiani
le tende, e nel comune attendamento
123l’arte ognun ciberà delle sue mani.

Ecco il gran fuoco, che s’accende al vento
di primavera. Ma in disparte, gravi,
126sulla palma le bianche onde del mento,

parlano i vecchi di non so che schiavi
d’altri e di sè: ma sembrano parole
129sepolte, dei lontani avi degli avi.

Guardano poi la prole della prole
seder concorde, e, con le donne loro
132e i loro figli, in terra, sotto il sole,

frangere in pace il pane del lavoro.