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192 ACTUARIÆ — ACUPALLA.

Acton comandava le navi toscane, e mediante il suo valore ed il suo coraggio riuscì a salvare tre o quattromila soldati spagnuoli che altrimenti sarebbero periti. Alla condotta da lui tenuta in questa occasione egli andò debitore del suo avanzamento. Entrato al servizio del re di Napoli, essendo uomo d'intrighi, si guadagnò il favore del re e della regina, e fu a mano a mano ministro della marineria, di guerra, di finanze e per ultimo primo ministro. Nella sua politica fu sempre contrario al partito francese in Italia. Molte persecuzioni per opinioni politiche e molte violazioni di giustizia che ebbero luogo in Napoli susseguentemente all'epoca dell'invasione francese del 1799, sono ascritte al potere od all'influenza di Acton. Dicesi che morisse nell'oscurità in Sicilia, l'anno 1808.

ACTUARIÆ NAVES (ant.). — Specie di vascelli lunghi e leggeri usati dai Romani, così chiamati perchè erano spezialmente destinati alle navigazioni pronte e spedite. Esse corrispondono a quei piccoli bastimenti che oggidì comunemente si chiamano Brigantini.

ACTUARIUS. — Medico greco de' secoli xii, xiii o xiv (secondo le diverse opinioni), fu il primo che introducesse l'uso della cassia, della manna e della sena. Scrisse varie opere inserite nella collezione intitolata Medicæ artis principes, d'Enrico Stefano 1567. Il suo trattato De diæta fu pubblicato da Fischer, Lipsia 1774, in-8°, in greco e in latino.

ACUANITI (Acuanites) (stor. eccl.). — Sono quegli eretici che più frequentemente vengono chiamati Manichei. Presero il nome da Acua discepolo di san Tommaso uno dei dodici apostoli.

ACUCRITTOFONO (da ακουειν, udire, κρυπτειν, nascondere, e φωνη, voce) (mus.). — Nome di uno stromento moderno, che C. Wheatston, suo inventore, ha voluto circondare di maraviglioso e la cui costruzione interna è ancora un secreto, come bene lo indica il nome. Nel 1822, varii giornali di Londra annunziarono con parole di ammirazione la comparsa dell'acucrittofono: questo stromento, appeso al soffitto di una camera per una funicella di seta, rimase esposto agli occhi del pubblico duranti alcuni mesi; la sua forma ritraeva da quella della lira, ma non aveva corde effettive, essendo esse soltanto rappresentate da fili di acciaio. Wheatston si serviva di una chiave per caricarlo e tosto si sentivano suoni dolcissimi che, unendosi a poco a poco a suoni differenti, come a dire a quelli del piano-forte e del timpano, finivano, secondo che da alcuni si riferisce, con produrre l'effetto di una grande orchestra. A quanto pare, la costruzione dell'acucrittofono debbe avere molta analogia con quella dell'organetto, dell'organo di Barberia e di ogni automato sonoro. Ma la varietà dei suoni è ancora un enigma, avuto riguardo alla picciolezza dell'instromento.

ACUÑA (Don Antonio Osorio d'). — Vescovo di Zamora regnanti Ferdinando il Cattolico e Carlo V, si fece capo di un partito di sediziosi, conosciuto in Ispagna sotto il nome di Sacra lega, e capitanò un reggimento di preti che guidò alla battaglia col grido di aqui, mis clerigos (qui, miei chierici). La lega acquistava forza per l'assenza di Carlo v, di cui teneva nelle mani la madre, Giovanna la Pazza. Le truppe imperiali conobbero alla fine qual nemico terribile fosse Antonio d'Acuña, e si accinsero ad assalirlo nella città di Tordesillas di cui si era impadronito. Il reggimento di ecclesiastici sostenne coraggiosamente l'urto dei soldati imperiali, ma la vittoria quindi arrise al numero maggiore. D'Acuña non si sottrasse colla fuga; si celò bensì per alcun tempo, ricomparve ad un tratto a Toledo, di cui si fece proclamare arcivescovo dalla moltitudine. Alla fine Giovanni de Padilla generale in capo della lega fu battuto a Villalor il dì 25 d'aprile 1522, fatto prigioniero e messo a morte insieme cogli altri capi del partito (v. Padilla). D'Acuña che tentava rifuggirsi in Francia fu riconosciuto e rinchiuso nel castello di Simancas; quivi però l'assassinio di cui si rese colpevole su di un custode della fortezza che lo sorprese nel momento in cui stava per fuggire, eccitò contro di lui il rigore di Carlo v. D'Acuña giudicato dall'alcade Ronquilla, fu decapitato nella sua prigione, e la testa ne fu esposta sui merli del castello. Quest'uomo violento e sanguinario era per altra parte fregiato di belle qualità e si rese più d'una volta utile a' suoi sovrani prima della rivolta, alla quale fu trascinato da inimicizie affatto personali. Egli diede un deplorabile esempio, e la sua fine è lezione terribile.

ACUÑA (Cristoforo d'). — Missionario spagnuolo, nato a Burgos nel 1597, fu dalla Compagnia di Gesù inviato giovinetto al Chili e al Perù. Dopo di aver professato teologia al collegio dei Gesuiti di Cuença, fu incaricato di riconoscere il corso del fiume delle Amazzoni, di concerto col Generale portoghese Texeira. Impiegò nove mesi in quel viaggio di osservazione e ritornato in Ispagna, dove il rimandò il Governatore di Quito, ottenne dal re Filippo iv di poter rendere di pubblica ragione il risultato delle sue scoperte sotto il titolo di Nuevo descubrimiento del gran rio de las Amazonas, Madrid 1541, in-4.° Ma la tema che i Portoghesi, sui quali la Casa di Braganza cominciava a ripigliare autorità, giungessero a profittare di quelle scoperte, determinò il re a far annientare tutti gli esemplari dell'opera di Acuña. Due soltanto furono salvi. Uno fu conservato nella biblioteca del Vaticano, e l'altro servì alla traduzione francese di Gomberville: Relation de la rivière des Amazones, Parigi 1682, 2 vol. in-12, ristampati nel 2° vol. del Viaggio intorno al mondo di Woodes-Rogers. D'Acuña dopo un viaggio a Roma, si restituì al Perù, ove mancò intorno l'anno 1682.

ACUPALLA (bot.). — Nome volgare che si dà in America alla Pourretia pyramidata di Ruiz e di Pavon. Secondo Bonpland, esiste in grande abbondanza nel Paramo (luogo deserto) presso Ah-nouguer (provincia della Nuova-Granata) una pianta di questo nome, che s'innalza da tre a quattro piedi, e contiene internamente, soprattutto allo sbocciare delle foglie, una sostanza bianca, acquosissima e come spugnosa. Que-