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ACTA — ACTON. | 191 |
lari, ne contiene dieci di supplemento di cui fu pubblicato uno ogni cinque anni. Vi sono pure alcuni supplementi stampati a varii tratti nel corso della nuova serie, che uniti a parecchi volumi di indici fanno sommare l'opera compita a 117 volumi. — Molti altri giornali ad imitazione di quello di Lipsia hanno pure preso il nome di atti, come sarebbero, per es., il Deutsche Acta eruditorum cominciatosi a pubblicare in-8° a Lipsia nel 1712, e continuato sino al 1740, consistente in tutto in 20 volumi; il Fränkische Acta erudita et curiosa, giornale di letteratura francese, pubblicatosi a Norimberga dal 1726 fino al 1732; il Deutsche Acta literaria che cominciò a Lipsia nel 1715 ma non durò più di un anno o due ecc. (v. Accademia e Società).
Acta populi (stor. ant.). — Presso i Romani erano giornali o registri degli avvenimenti giornalieri, come di assemblee, di giudizii, d'esecuzioni, di costruzioni, di nascite, di morti, di matrimonii ecc., delle persone illustri ed altre cose simili. Erano altrimenti chiamati acta publica o acta diurna (v. questa parola) o semplicemente Acta. — Le Acta differivano dagli annali in ciò solamente, che questi contenevano materie di maggior momento, quelle trattavano di cose di minore importanza. La loro origine è attribuita a Giulio Cesare, il quale ordinò il primo che gli atti del popolo fossero raccolti e resi di pubblica ragione. Alcuni però le fanno risalire sino a Servio Tullio, il quale, ad oggetto di conoscere il numero delle persone nate, morte e viventi, ordinò, che il più stretto parente, se si trattava di un nato, dovesse deporre una moneta nel tesoro di Giunone Lucina, se di un morto, in quello di Venere Libitina; e che egual cosa si facesse, quando taluno assumeva la toga virile ecc. — Sotto Marco Antonino ciò fu spinto più oltre, imponendosi ad ognuno di notificare la nascita de' loro figli, insieme coi nomi, pronomi, giorno, console, e se erano legittimi o spurii, ai prefetti del tesoro di Saturno, perchè fossero inscritti negli atti pubblici; quantunque prima di quei tempi la nascita delle persone di qualità era già, a quanto pare, in questo modo registrata.
Acta sanctorum (stor. eccl.). — Nome che si dà alle collezioni di ragguagli intorno agli antichi martiri e santi tanto della Chiesa cattolica quanto della greca. Si usa più comunemente come titolo di un'opera voluminosa che comprende tutte queste storie cominciata ad istanza de' gesuiti, nel 1643, da Giovanni Bolland, gesuita d'Anversa, e continuata dopo la sua morte da altri religiosi dello stesso ordine, conosciuti sotto il nome di Bollandisti (Anversa, Brusselles e Tongerloo; 1643-1794, 53 vol. in-folio). Vi si trovano alcune notizie imperfette di persone che si sono segnalate per santità di vita e costanza di fede al tempo della persecuzione de' cristiani fin da' secoli ii e iii; le narrazioni particolari e le biografie non essendo cominciate se non col quarto secolo, dopo del quale furono moltiplicate all'infinito sino alla fine del medio evo. Dal secolo vi in qua si sono ricavate molte opere da questa immensa massa di materiali. La prima collezione critica di leggende originali fu stampata da Bonino Mombrizio nell'anno 1474. Ma la gran collezione sovraccennata vince tutte le altre di simil genere in estensione, in fedeltà ed imparzialità. Si scevera pur anco dalle altre per soda critica e per illustrazioni eccellenti che la faranno sempre un tesoro pregiatissimo di storia ecclesiastica, quando la verità sia giudiziosamente separata dai meno autentici racconti, dallo storico che prenda a descrivere le maniere e l'indole di que' tempi. (v. Bollandisti).
Acta senatus (stor. antic.). — Presso i Romani erano le minute di ciò che avveniva ed era discusso nel senato. Erano chiamate altresì commentarii, e col nome greco υπομνήματα. Ebbero origine durante il consolato di Giulio Cesare, il quale ordinò che fossero stese e pubblicate. L'uso di stenderle continuò sotto Augusto, ma la pubblicazione ne fu abrogata. In appresso tutti gli scritti che riferivansi a decreti o a sentenze de' giudici o a quanto avveniva ed era fatto alla loro presenza, o per loro autorità, furono altresì chiamati col nome di acta: nel qual senso troviamo che è fatta menzione di atti civili, criminali, intervenienti ecc. acta civilia, criminalia, intervenientia ecc.
ACTEA (bot.). — Sotto il nome di ακτη, i Greci intendevano una pianta medicinale che si riconobbe essere quella che viene adesso chiamata sambucus ebulus. Linneo applicò questo nome ad un genere di piante erbacee perenni che si trovano in varie parti dell'Europa, nel settentrione dell'Asia e dell'America, appartenenti all'ordine naturale delle ranunculacee e solo in qualche parte simili alla specie indicata dagli antichi scrittori. Le proprietà di tutte le specie dell'actea sono nauseanti e deleterie, come puossi aspettare dalla loro affinità coll'aconito velenoso. Una delle specie detta actæa spicata, volgarmente chiamata cristoforiana, è indigena di tutta l'Europa e si trova comunemente fra' cespugli. Ha frutti succosi, di un nero porporino, i quali per la loro vaga forma potrebbero tentare uno a mangiarne, se non allontanasse dal toccarli il fetido odore delle foglie. — Un'altra specie detta actæa cimicifuga, indigena dell'America settentrionale, trae il nome dalla credenza che le sue foglie fetenti abbiano la virtù di cacciar via le cimici.
ACTISANE (Actisanes) (stor. ant.). - Re d'Etiopia che conquistò l'Egitto e caccionne il re Amasi; celebre per la sua equità e per il severo castigo che infliggeva ai ladri cui tagliava il naso, confinandoli in luogo deserto, dove mancavano d'ogni altro alimento fuorchè di quaglie.
ACTIUM (geogr. ant.) v. Azio.
ACTON (Giuseppe). - Primo ministro della corte di Napoli per varii anni, era figliuolo di un irlandese che esercitava la professione di medico a Besanzone in Francia. Egli era dapprima al servizio della marineria francese, ma in appresso ottenne il comando di una fregata da Leopoldo duca di Toscana. In una infelice spedizione contro Algeri nel 1774, nella quale il governo di Toscana erasi unito colla Spagna,