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Roma, 2 Marzo 1894.


Preg.mo prof. A. de R. Lysle,

Ci è sommamente grato di dichiararle con la presente la nostra profonda riconoscenza per le premurose cure con cui Ella si dedica all’insegnamento dei suoi allievi: e noi che a varie riprese abbiamo avuto la fortuna di essere compresi in questa categoria, abbiamo avuto largo campo di apprezzare le sue speciali qualità didattiche. Siamo altresì grati al nuovo metodo da Lei adottato per impartire lezioni di lingua Inglese, mercè il quale siamo stati posti in brevissimo tempo in grado d’intendere le comuni conversazioni fatte da inglesi, e parlare da noi stessi fluentemente nel detto idioma. E la sua specialità didattica consistendo nella pratica continua del conversare, ciò ci ha facilitato moltissimo nel nostro cômpito, giacchè ci ha risparmiato lo studio lungo, monotono e spoetizzante della grammatica e delle conseguenti regole grammaticali.

Aggradisca, caro signor professore, i nostri più riconoscenti e cordiali sentimenti e ci creda con tutta stima

Suoi devotissimi discepoli:
Cesare Prestini — Piazza S. Pantaleo, N. 3.
Emilio Bozsek — Hôtel de Rome.
Lorenzo Mannelli — Via Aureliana, N. 73.
Don Giacomo Mazzolarti — Chiesa delle SS. Stimmate.
Eugenio Baseggio — Lungo Tevere Mellini, 35, p. 2.


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Roma, Palazzo Spinola a Campitelli

li 20, V. 94.


Professore Stimatissimo,

Prima di partire per la campagna, sento il dovere di ringraziarla per le lezioni d’inglese impartitemi con intelligenza ed alacrità veramente rare.

Nei tre mesi circa di scuola ha fatto progressi quali non si hanno ordinariamente dopo due anni d’Istituto Tecnico.

In ciò ha grandissimo merito la praticità del suo Metodo Anglo-Americano; praticità, della quale diffidavo io, cresciuto coi metodi didattici, importati dalla Germania e che, almeno nelle nostre scuole, come deplorava recentemente il Baccelli, Ministro della Pubblica Istruzione, pare, mirino più a formare i pazienti filologi, che i facili parlatori e gli scrittori spediti.

Di mano in mano però che progredivo nello studio del suo testo, la diffidenza s’è cambiata in fiducia, sempre meglio confortata dal vedere i bei risultati da lei ottenuti con i miei compagni.

Gradisca dunque cordialissimi ringraziamenti.

Suo

Giuseppe Clementi.


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Roma, 29 Maggio 1894.


Gentilissimo Sig. Professore,

Vicino a terminare, con mio rincrescimento, per ravvicinarsi della stagione calda che mi obbliga ad assentarmi da Roma, il piccolo corso d’inglese ch’Ella mi ha impartito durante questi due ultimi mesi, sento il dovere di scriverle queste poche righe per esternarle in qualche modo la mia riconoscenza.

Dopo parecchio tempo ch’io studiavo la lingua inglese, senza poter conseguire ciò che è lo scopo più ambito e più necessario di chi apprende una lingua straniera, cioè parlarla, sia pure stentatamente, e comprenderla quando altri la parlino, scoraggiato di tanti metodi, per nulla pratici, mi rivolsi a lei, attirato da