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È un confonder le ragioni della salute colle cagioni delle malattie; è un accusare l’igiene di diffondere il male.

Come il più delle volte, si fa guerra di parole; e di tali battaglie si avvantaggia madonna rettorica sola. Niuno pretese mai che la regola estetica potesse sostituire il precetto morale; ma commettono errore assoluto quanti non riconoscono nella educazione estetica uno dei più grandi elementi, uno dei mezzi più facili per contribuire alla formazione del carattere, quando per via di essa si sia riusciti a portar l’interesse e la passione verso tutto un ordine di fenomeni superiori.

Le religioni stesse, se si faccia eccezione per la severa e rigida disciplina mosaica, riconobbero la necessità di tale ausilio. La parola del sacerdote sembrò dovesse essere più accetta se imponesse la norma etica in nome di simulacri di bellezza e di forza eterne, nella magnificenza dei templi pagani. E distrutte le personificazioni della grazia e della beltà, della giustizia e della scienza, concentratosi il precetto d’amore e d’armonia nell’unità del divino, non perciò dileguarono le forme sublimi. Si finsero creature perfette che partecipassero della natura umana e celeste, se ne evocò l’imagine nei grandi freschi delle cattedrali, nelle penombre dei portici cimiteriali. Come non ascoltar la voce misteriosa che dettava la regola della vita morale nella magione magnifica di marmi e dipinti, tra il fumo degli incensi e i cantici e le musiche che parevano realmente giungere dal mirabile regno dei Beati?

La cerimonia solenne di una Basilica offre nello stesso momento, portati ad un grado di sensazione altissimo, il piacere estetico che dà la visita ad un museo di scultura, a una galleria di pittura, a uno spettacolo teatrale, ad una florida serra. E quando per via dei sensi l’anima è sollevata a tali altezze, il sogno della vita ultramondana si presenta come una realtà affascinatrice, il monito che pone le condizioni per conquistarla appare suasivo e convincente...

Ma non tutti sono in condizioni da poter godere di simili feste dell’animo e dello spirito, ed occorre trovar il modo di render la vita comune e la vita più umile, luminose per un raggio di bellezza che giovi a nobilitarle, a portare in ogni creatura umana quel senso di superiorità per cui ci si compiace della attività morale. Occorre, indipendentemente da compensi che oggi non si chiedono più al cielo, ne più dal cielo si sperano, trovar forza e poesia nella realtà della vita, nella bellezza creata, nel continuo divenire della nostra specie; e trarre dal desiderio della bellezza, la spinta maggiore all’adempimento del bene.

Non è questa una religione in cui tutti possono concordare? I cui templi e i cui altari si trovano subito alle porte della città, lungi dalle officine fumanti. Che vi sieno giorni ed ore pel culto di questa religione, che tutti vi siano chiamati, anche gli operai che penano in quelle officine. È così facile esserne il sacerdote!

Vedete? Questo sentimento di amore verso la semplicità delle bellezze naturali suggerito dagli spiriti che animarono la rivoluzione francese, in contatto con la tradizione di bellezza artistica di cui s’irraggia l’Italia, coi germi già posti in un fanciullo ben nato da una sana educazione, costituisce la psiche di uno dei più grandi pensatori, del primo scrittor d’estetica inglese. È vero ch’egli vi aggiunge un po’ di Bibbia; ma potete pur non concordar con lui su questo punto e il suo sogno e la sua attività vi affascineranno ugualmente.

Strano destino questo dell’uomo che parve voler camminare a ritroso del secolo ed ebbe invece autorità così decisiva su lo svolgimento del suo pensiero! L'azione di lui fu veramente simile a quella di una limpida corrente che sgorga quasi nascosta da un’alta cima lontana e via via corre serbando intatta la sua purezza diramandosi in mille braccia sotto le folte erbe, via per i campi, per le praterie, che dalle acque correnti ricevon le linfe vitali per germogliare e metter corolle e fiori tra ’l verde.