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fin dal giorno appresso, lì, nella casa nuova, che invitava e attendeva...
Non più di due mesi dopo, nello studio di Costantino Pogliani, ingombro dell’enorme monumento funerario già tutto abbozzato, Ciro Colli col vecchio càmice lungo di tela grezza stretto fra le gambe, sdraiato sul canapè e fumando a pipa, teneva uno strano discorso allo scheletro, fissato diritto su la predellina nera, che s’era fatto prestare per modello da un suo amico dottore.
Gli aveva posato un po’ a sghembo sul teschio il berretto di carta; e lo scheletro pareva un fantaccino macabro su l’attenti, ad ascoltar la lezione che Ciro Colli, tra uno sbuffo e l’altro di fumo, gl’impartiva:
— E tu perchè te ne sei andato a caccia? Vedi come ti sei ridotto brutto, caro mio? Brutto... le gambe secche... tutto secco... Diciamo la verità, ti pare che questo matrimonio si possa combinare? La Vita, caro...guarda là, che bel tocco di figliuola senza risparmio m’è uscita dalle mani? T puoi sul serio lusingare che voglia sposarti? Ti s’è accostata, timida e dimessa; ma non per ricevere da te l’anello nuziale... levatelo dal capo! La borsa, caro, la borsa... Tu gliel’hai data, e ora che vuoi più? S’è messa a studiar pittura, la Vita, e il suo maestro è Costantino Pogliani. Se fossi in te, parola mia d’onore, lo sfiderei... Hai sentito stamani? Non vuole, mi pro-i-bi-sce assolutamente che io la faccia nuda... Eppure lui, per quanto somaro, è uno scultore e sa bene che, per vestirla, bisogna prima farla nuda... Ma non sa tollerare che si veda su quel nudo là meraviglioso il volto della signorina... È salito lassù, hai visto? tutto arrabbiato, e con due colpi di stecca me l’ha guastato... Sai dirmi perchè, fantaccino mio? Gli ho gridato: « Lascia! Te la vesto subito! Te la vesto!» - Ma che vestire! Nuda la vogliono ora... la Vita nuda, nuda e cruda com’è, caro mio! Sono tornati al mio primo disegno. Tu che ghermisci, bello mio, e lei che non ne vuol sapere... Ma perchè te ne sei andato a caccia? me lo dici?
LUIGI PIRANDELLO