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— Oh, sai! - disse il Pogliani, risoluto, senza lasciarlo.
― Io non lo faccio; non lo farai neanche tu, e non lo farà nessuno dei due.
— Ma, scusino... insieme? - propose allora la madre. - Non potrebbero accordarsi?
— Sono dolente d’aver cagionato...-si provò ad aggiungere la signorina.
— Ma no!- dissero a un tempo il Colli e il Pogliani.
Seguitò il Colli:
— Io non c'entro più per nulla, signorina! E poi, guardi, non ho studio, non so più concluder nulla, altro che di dire male parole all’universo intero... Lei deve assolutamente costrin+gere quest’imbecille qua...
― inutile, sai ? - disse il Pogliani. - O insieme, come pro- pone la signora, o io non accetto.
— Permette, signorina? - fece allora il Colli, stendendo una mano verso il rotolo di carta ch’ella teneva accanto sul canapè. - Io mi muoio dal desiderio di vedere il suo disegno. Quando l'avrò veduto...
— Oh, non s’immagini nulla di straordinario, per carità! - premise la signorina Consalvi, svolgendo con mani tremolanti il rotolo. — So tenere appena la matita... Ho buttato giù quattro segni, tanto per render l’idea... Ecco...
— VESTITA?!- esclamò subito il Colli, come se avesse rice- vuto un urtone, guardando il disegno.
— Come... vestita?-domandò, timida e ansiosa, la signorina.
— Ma no, scusi! - riprese con calore il Colli. - Lei ha fatto la Vita in camicia... cioè, con la tunica, diciamo! Ma no, nuda, nuda, nuda, la Vita dev’esser nuda, signorina mia, che c'entra!
— Scusi, - disse con gli occhi bassi la signorina Consalvi. - La prego di guardare più attentamente.
— Ma sì, vedo, - replicò con maggior vivacità il Colli. - Lei ha voluto raffigurarsi qua, ha voluto fare il suo ritratto; ma lasciamo andare che Lei è molto più bella; qua siamo nel camposanto dell’arte, scusi, e questa vuol essere la bémol Vita che si sposa alla Morte. Ora, se lo scheletro è panneggiato, la Vita dev’esser nuda, c’è poco da dire, tutta nuda e bellissima, signorina, per compensare col contrasto la presenza macabra dello scheletro involto! Nuda, Pogliani, non ti pare? Nuda, è vero, signora? Tutta nuda, signorina mia! Nudissima, dal capo alle piante! Creda pure che altrimenti, così, verrebbe una scena d'ospedale: quello col lenzuolo, questa con l’accappatoio... Dobbiamo fare scultura, e non c’è ragioni che tengano!
— No no, scusi, - disse la signorina Consalvi, alzandosi con la madre. - Lei avrà forse ragione, dal lato dell’arte; non nego; ma io voglio dire qualche cosa, che soltanto così potrei espri- mere. Facendo come vorrebbe Lei, dovrei rinunziarvi.
— Ma perchè, scusi? perchè Lei vede qua la sua persona e non il simbolo, ecco! - disse il Colli.
— Appunto, - convenne la signorina: la mia persona, il mio caso, la mia intenzione. E penso anche al luogo dove il monumento dovrà sorgere, e mi sembra più conveniente che sia così. Non potrei transigere.
Il Colli allora aprì le braccia e s’insaccò ne le spalle.
— Opinioni!
— O piuttosto, - corresse la signorina, con gli occhi bassi e un mestissimo sorriso, - un sentimento da rispettare... ecco...
Stabilirono che i due amici si sarebbero intesi per tutto il resto col comm. Seralli, e poco dopo la signora Consalvi e la figliuola in gramaglie tolsero commiato.
Circa una settimana dopo, Costantino Pogliani si recò in casa Consalvi per invitar la signorina a qualche seduta per l’ab- bozzo della testa.
Dal comm. Seralli, amico molto intimo della signora Con- salvi, aveva saputo che il Sorini, sopravvissuto tre giorni allo