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novella li. 85

e fino a’ fanciulli. Allora, rovistata tutta la casa, messo sozzopra casse, panche, letti, botti, barili e quante masserizie vi avea, nè trovandovi cosa alcuna, posero mano alle vanghe, e cavato la terra in più luoghi, trovarono terra; e infine tutti sudati, ansanti e pieni di tele di ragno, rimasero ingannati, ma pieni di speranza di trovare presso all’oratorio quello che non aveano quivi ritrovato. Per la qual cosa, partitisi di là e lasciata la casa che parea stata alle mani di nemici, se ne andarono alla volta dell’altra abitazione, lasciando agli abitatori che fare per una settimana a riordinarla. Non ripeterò con inutili parole quello che fecero alla casa del Basso, perchè fu lo stesso, e quivi trovarono quanto aveano trovato nell’altro luogo; tanto che, mezzi morti e disperati, non si poteano dar pace, e vennero via di là, credendosi di non aver cavato bene e regolatamente; e studiano di accoccarla ad altre case e di cavare terra per tutta la Marca trevigiana finchè vivono e finchè hanno trovato il tesoro.


LI.


Spavento, unico frutto raccolto da un cercatore di tesori.


Presso a Malamocco vi sono certe casipole guaste e rovinate dal tempo, le quali di dentro non hanno altro che calcinacci vecchi vestiti da spine, cardoni e altre erbacce salvatiche molto ben alte, e di fuori certe muraglie che le circondano, senza incrostatura, guaste, rotte, nido di lucertole e di scorpioni. Corre quivi una voce fra la minutaglia delle genti (come si fa di quasi tutti questi vecchiumi e rimasugli del tempo), che anticamente un romito, adiratosi col diavolo, l’obbligasse a sprofondarsi in quel terreno; di che lo spirito d’inferno volendo fare una sua vendetta, seco traesse tutti i danari del paese, e in sua compagnia ne gli sotterrasse. Non vi ha persona colà che non dica questa novella, e passa di padre