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novella l. 83

L’altro inviperito ritocca: E che? credereste voi di far qui una figura, e un’altra in casa vostra? io so chi voi siete, e non partirete di qua se io non ho avuti i miei danari; non è il tempo delle maschere. Il buon uomo badava pure a scusarsi, e a dire che lo prendeva in iscambio; ma veduto che nulla gli valeva, e che l’altro lo chiamava suo debitore e mal pagatore, e siffatte gentilezze gli andava dicendo ad alta voce; stimolato dal dolore dei denti, dalla smania che gli fosse interrotto il cammino e dalla rabbia delle villanie, si avventa al suo creditore da commedia e gli suggella le guance con due pugna di ferro, e senza più dire va a farsi cavare il dente e ritorna a casa. Nello stesso giorno due altre volte si abbattè allo stesso uomo, il quale postogli la mano alla spalla, dicea: O prepotente, tu mi hai pure a pagare; io so che tu mi pagherai. Ed egli rispondea: Io ho già cominciato a darvi punto; apparecchiate la quietanza del restante. Infine la sua buona sorte non glielo conduce più davanti ch’è qualche giorno; onde spera che il mal influsso delle molestie sia terminato.


L.


I Cercatori di un tesoro immaginario.


Molte novelle si potrebbero narrare di nuovi pensamenti e fantasie degli uomini per avere danari, ch’è uno dei maggiori o più intimi desiderj del cuore. Infiniti sono stati e sono quelli i quali prestano fede a certi bagattellieri e ciurmatori che promettono di far tramutare il rame in argento o in oro; e mentre che l’uno promette e l’altro crede, una stessa brama di avere è di qua e di là; ma la cosa riesce ad un solo, cioè al promettitore, che non vi mette altro che parole e artificj, mentre che l’altro sborsa danari per ajutare la maravigliosa operazione de’ fornelli e crogiuoli. Un altro genere di persone che fantasticano per avere quattrini sono coloro i quali o in sogno o svegliati non veggono