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novella xlix. 81

gliori amici ch’io mi abbia, e vostra signoria si può ben lodare di avere uno de’ migliori figliuoli che abbia altra donna in Venezia: non c’è lingua così maligna, nè tanto velenosa, che non dica bene di lui. E qui la madre comincia ad avviarsi verso la cassa. Ma che? dice il giovane, non è egli già il solo figliuolo ch’ella abbia di questa qualità: tutti cinque (chè cinque ne avea) si possono dire i migliori e più compiuti giovani di Venezia. La donna apre la cassa. Si può egli vedere uno più attento a’ fatti suoi del signor Giovanni? uno più ingegnoso del signor Francesco? e quel signor Bartolommeo, in verità, che non si può parlare seco due volte, che uno non ne sia innamorato! ma soprattutto il figliuol suo religioso, ognuno dice ch’è un agnolo: io le so dire che non mi pare di poter vivere tanto ch’egli ritorni dalla campagna, sì ch’io lo possa abbracciare a modo mio: famiglia benedetta! madre veramente beata! La buona donna prende la camicia con le lagrime agli occhi di tenerezza, e ad ogni poco dicea: Certo de’ miei figli non tocca a parlare a me; ma ringrazio il Signore, sono tutti cinque di un umore da dovermene contentare: non ho mai una torta parola da loro; sono ubbidienti, amorevoli e accostumati. Questa è opera della mamma, dicea il giovane, che ha saputo allevarli. Ella ride così un pochetto e lo ringrazia; lo prega a dire al figliuol suo che si guardi dal caldo, che scambi subito la camicia, e gliela dà ringraziandolo del disagio datosi per lui: sicchè fra l’esibizioni e i convenevoli il galantuomo scese le scale, e andò a vendere la camicia.


XLIX.


Il Dolore dei denti.


Le inquietudini sogliono venir l’una dietro l’altra, e pare che quando un’afflizione comincia, la prima accenni la seconda che ne venga, e questa mette l’ale e ubbidisce. Quello ch’io dirò non è calamità,

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