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64 novella xxxvii.

accompagnati dalle occhiate dei loro benefattori che gli guardavano come aspidi, senza aprir bocca. Le coltella ritrovarono le guaine, e tutto fu pace e contentezza in un momento.


XXXVII.


Ridicola condotta di uno Spilorcio.


Mi disse l’altra sera un uomo benestante, ch’egli avea bisogno di persona che soprintendesse alle cose sue; ma che avrebbe desiderato che questa sapesse far conto della roba. Pochi sono oggidì quelli che così facciano e sappiano risparmiare. Di cosa in cosa, si venne a ragionare a quali segni si potesse riconoscere un uomo che risparmia, quando anche di fuori desse indizio di essere spenditore. Molte cose vennero dette; e vi fu uno fra gli altri che parlò in questa forma: S’egli vi fa di bisogno veramente uno che faccia conto della roba, egli è il tale; e disse il nome. Questi è un vecchiotto che va pulito della persona e si veste con gentilezza; al vederlo, voi direste ch’egli spende molto in vestiti, ma ha trovato il modo di farli durare in perpetuo, quando gli ha comperati una volta. Non vi dirò tutte le diligenze ch’egli usa nel battergli, rinettargli di ogni peluzzo, ripiegargli, allogargli, coprirgli e far loro carezze; ma solamente vi dirò che poche sere fa, uscendo egli di una casa dove avea fatto una visita solenne ed era andato vestito da festa, quando fu in sull’uscio, vide che piovea, onde rientrato, e sedutosi sopra una panca nella prima entrata, si trasse di gamba un pajo di calzette bianche e nette che avea, e rinvoltele in un foglio bianco, se le pose nella scarsella. Rovesciò il mantello; ma pensando che la pioggia potea sì immollarlo, che sarebbe forse trapelata sul vestito, trattosi il mantello di nuovo, rovesciò anche il primo vestimento, avendo non poco che fare con le maniche, le quali rovesciate stentavano ad adattarsi dov’è l’imboccatura verso la