Pagina:Novellette e racconti.djvu/274

264 novella xx.

davanti a sè il ladro, il quale, poichè fu levato dagli occhi del monarca, entrò in trattato per la sua libertà, e fece offerta al suo nuovo padrone di cinquecento zecchini. Il pover’uomo abbagliato, senz’altro dire fra sè, fo io bene o male, accettò un prezzo che non avrebbe potuto mai sperare dal suo popone, e corse a testificare la sua riconoscenza all’imperadore, notificandogli il contratto che fatto avea. Di prezzo assai vile fosti contento, gli disse il Sultano: volea giustizia che tu ti togliessi tutto l’avere di colui che avea te di ogni tuo avere spogliato.


XX.


Tratti diversi di Bahalul, buffone d’Arun-Errechid.


Arun-Errechid, saggio principe, avea nella sua corte un buffone che avea l’uffizio di ricrearlo, ed avea nome Bahalul. Chiesegli cotesto Califfo un giorno quanti erano in Bagdad i pazzi. Oh, sarebbe un po’ lunghetta la lista, risposegli il buffone. Orsù, sbrigati, gli disse il principe; scrivila, e intendo che sia puntuale. Uditemi, ripigliò Bahalul, e intendiamoci bene: essendo io nemico della fatica, farò la nota de’ saggi; questa, vi do parola, sarà assai breve, e di qua saprete quanti sono i pazzi.

Essendosi lo stesso Bahalul posto a sedere sul trono del Califfo, tanta temerità, come volea ragione, venne gastigata dalle guardie con una tempesta di bastonate. Le replicate grida di Bahalul trassero quivi il principe, il quale ridendosi della pazzia di quello sciocco, procurava di consolarlo della ricevuta correzione. Io non piango, rispose il buffone, per me; ma il mio pensiero è per voi. Se per avere occupato il trono vostro un momento ho ricevute tante percosse, qual gragnuola ne cascherà dopo morte a voi che l’avete occupato pel corso di una lunga vita?

Lo stesso Bahalul era almeno stato cotanto saggio, che non avea mai voluto prender moglie. Errechid