Pagina:Novellette e racconti.djvu/255


novella x. 245

mora. Così detto, allogò in una gran caldaja di rame un mortajo di oro riverso, sul fondo della quale fatto sedere Numan, empiè la caldaja di sangue.

Dappoichè il Califfo ebbe fatto rintracciare Numan in ogni luogo senza frutto veruno, ebbe finalmente ricorso al suo astrologo, e gli diede ordine che scoprisse col mezzo dell’arte sua in qual luogo il reo si fosse fuggito e celato. L’astrologo del Califfo dopo varie osservazioni gli disse: Colui, del quale voi cercate, signor mio, si sta ritirato in una isola d’oro, posta in mezzo ad un mare di sangue, e cotesto mare è circondato da muraglie di rame. Arun, il quale non avea udito mai far menzione di così fatta isola, si credette che per quella volta l’astrologo si fosse ingannato.

Ma disperatosi del potere mai più ritrovare Numan, mandò fuori voce che gli concedeva la grazia, e dichiarò ch’egli potea oggimai presentarsi a lui senza timore. Numan, affidatosi alla parola di Arun, ritornò alla corte: e non sì tosto fu veduto dal Califfo, che questi gli domandò in qual forma avesse potuto salvarsi con tutte quelle esatte ricerche che erano state fatte di lui. Avendogli il cortigiano narrata la cosa appunto com’era passata, il Califfo con sua molta maraviglia riconobbe allora la somiglianza delle osservazioni del suo astrologo coll’isola, nella quale Numan si era salvato.


X.


Astuzia particolare di una femmina.


Ritrovavasi al Cairo un mercatante, uomo che andava in traccia di buona fortuna colle femmine; e quantunque più di rado se ne trovi in Egitto, che ne’ paesi ne’ quali le donne sono meno guardate e rinchiuse, pure la dissolutezza trova in ogni luogo di che appagarsi. Una bella di cotesto paese, obbligata a tenersi la faccia coperta davanti ad ogni altro uomo, fuorchè al marito, cercava di alleggerirsi di