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novella ix. | 15 |
bel cerchio di persone, quando per avventura cominciò a cadere il ragionamento sopra le fatture nostrali e sopra le forestiere. Il musico che di oltramare venuto era pochi mesi avanti, si diede ad avvilire quelle de’ nostri paesi e a mettere in cielo con le lodi le inglesi, e dicea: Io per me non voglio altro in vita mia che lavori d’Inghilterra. Cava fuori un oriuolo, ne mostra uno appiccato al muro, e dice: Questi sono d’Inghilterra; fa veder sedie, tavolini, armadi, e capo per capo ritocca: Questi sono d’Inghilterra; e in tal guisa empie gli orecchi di tutti, giurando ad ogni punto che in vita sua non volea mai altro che roba d’Inghilterra. Il medico, che mai non avea parlato, e a cui forse era venuta anche a noja quella vocina di zanzara e si sentia a rodere, balza in piedi e dice: Ora mi avveggo perchè vostra signoria è musico; certo ella ha gittata via la tal parte di sè, perchè non era d’Inghilterra. Cosi detto mettesi il cappello e va ai fatti suoi. — Ogni paese ha le sue fatture particolari che sono le migliori, e la natura è liberale d’ingegno in ogni paese.
IX.
Divorzio di nuova specie.
Furono già in Parigi nella via di Sant’Onorato due ricchi mercatanti, congiunti con istretto vincolo di amicizia, l’uno de’ quali avea un figliuoletto maschio e l’altro una bambina di molta bellezza. Avvenne dunque che costumando i padri insieme e ritrovandosi spesso l’uno alla casa dell’altro, i due fanciulletti incominciarono ad avere dimestichezza fra loro, e co’ fanciulleschi giuochi entrò loro nell’animo un focoso amore che da’ padri e dalle madri venne, come si fa, forse per ischerzo, in quella tenera età lusingato col dire che, quando fossero ingranditi, si sarebbero fatte fra due sì affettuosi amanti le nozze. Di che oltre ogni credere i due giovanetti contenti, passavano la vita in dolci ragio-