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214 novella iii.

essendo già passata mezza ora, ch’egli non avea ancora novella veruna della riuscita dell’iniquo ordine, volle pur sapere se finalmente i domestici suoi aveano mandata a fine la sua vendetta; per la qual cosa, mentre ch’egli scendea facendo qualche romore, coloro che aveano l’ordine suo ricevuto, e non aveano fino allora udito uomo veruno scendere la scala, tenendo per fermo quella essere l’assegnata vittima, gli si avventano in quel bujo, e lo uccidono. Tale fu la fine assai ben meritata di cotesto barbaro padre. Colui, al quale egli avea data la vita ed a cui avea più volte tentato di levarla, ereditò tutte le facoltà di lui; ed essendo i suoi natali a lui incogniti, visse in pace colla sposa, nè mai seppe ch’ella fosse sua sorella.

Lo Storico orientale finisce la storia con questo proverbio arabo: Chi cava il pozzo al fratello, egli stesso dentro vi cade.


III.


I tre Truffatori.


Un contadino conducea a Bagdad una capra: cavalcava un asino; lo seguita la capra con un campanelluzzo al collo. Tre truffatori videro passare questa picciola carovana, e di subito se ne invogliarono. Disse l’uno: Che sì ch’io trafugo a colui la capra in modo che non me la richiederà mai più? Ed a me, disse l’altro, dà l’animo di rubargli l’asino sul quale è montato. Oh veramente gran valenteria! disse il terzo: che direste voi, ch’io intendo di spogliarlo del vestito, e ch’egli me ne sappia grado?

Il primo gaglioffo, seguendo il viaggiatore pian piano a passo a passo, slaccia con destrezza il campanelluzzo dal collo della capra, l’appicca alla coda dell’asino e se ne va colla preda. L’uomo cavalcando l’asino, che tuttavia udiva sempre dietro a sè il suono del campanello, non dubitava punto che la