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212 | novella ii. |
fedeltà di lui, nè altro potè rintenerire il duro cuore del padre, che sempre più era determinato a farlo morire.
Erano già corsi due anni dachè il suo figliuolo lo serviva con un fervore senza pari, quando gli consegnò una lettera sigillata, e gli disse: Vanne a Bagdad, quivi ritroverai mia figliuola, e le darai questa lettera. In essa le raccomando che si prenda cura di te: tu ti rimarrai appresso di lei fino al mio ritorno, che fra poco ti verrò dietro.
Ubbidì il giovane a Kebal, e si pose subitamente in cammino. Giunto a Bagdad, s’informò dov’era l’abitazione del suo signore; e picchia all’uscio che gli viene additato. La figliuola di Kebal apre e vede un giovane bello che parea Amore, il quale le dà una lettera da parte del padre. Impaziente l’apre; ma non si potrebbe dire da quanto orrore venne côlta leggendo queste parole: Chi ti darà questa lettera è il mio maggiore nemico: a te lo mando perché tu lo faccia morire. Chieggoti tal prova del tuo affetto verso di me.
La figliuola di Kebal, non somigliante punto al padre, avea un cuore semplice e pieno di sentimento di umanità; onde, considerato con maggiore attenzione colui che le avea data la lettera, non potè sfuggire amore, dal quale le fu posta in cuore la via di salvare la vita a colui che in un punto era a lei carissimo divenuto, e di farlo suo per sempre. Impose dunque al giovane che l’aspettasse, e scrisse, contraffacendo il carattere del padre suo, un’altra lettera contenente queste parole: Colui che vi arrecherà questa lettera, è a me più caro che se fosse mio figliuolo; lo riguarderete dunque come un altro me stesso; affidategli l’amministrazione di tutte le mie facoltà, e fate sì che prenda per isposa Melahiè mia figliuola.
Poiché in tal guisa ebbe scritta la lettera, la sigillò; indi ritornata alla stanza dove avea lasciato il giovane, gli disse: Voi avete preso sbaglio; la lettera da voi datami era indirizzata a mia madre;