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feste prove di tanta bontà, procurò di sollevarla; e datole lui diamante da lei celato quando il suo barbaro padre l’avea nel cofano serrata, ordinò alla vecchia che lo vendesse pel prezzo di duemila zecchini. Essendo il diamante bellissimo, la vecchia ritrovò in pochi momenti comperatore, e tutta lieta ritornò a colei, a cui dava ella il nome di cara figliuola.

Ghulnaz prese a fitto per sè e per la compagna una casa più agiata e spaziosa, e con puliti mobili la fe’ guernire: e già cominciava a consolarsi delle sue disavventure e ad accordare l’animo alla condizione in cui si ritrovava, quando altre nuove calamità la rendettero più degna di compassione di quel che prima fosse. Quantunque facesse una vita la più solitaria del mondo, e andasse fuori assai di rado e sempre colla faccia velata, la fama della sua bellezza si disperse per la città in cui vivea, ed un giovane ne divenne perdutamente innamorato, sicchè ebbe ardimento di palesarle il suo amore. Ma non essendo riuscita a codesto sfacciato la cosa com’egli avrebbe voluto, tanto ne prese sdegno, che l’amore si cangiò in odio, per modo che deliberò di far vendetta di colei che non facea conto del suo amore. Andò alla volta di Kachemire, e riconosciutosi col portatore di acqua: Quanta, egli disse, ho compassione di te, che mentre tu allevi con attenzione una ingrata, e se’ qui abbattuto dagli stenti, ella nuota in una colpevole abbondanza, procacciatasi dalle sue brighe con gli amanti!

Il portatore di acqua montato sulle furie, senza punto esaminare se la nuova datagli avesse fondamento veruno, di là si partì per farne vendetta. La bellezza della casa in cui alloggiava la madre, la galanteria de’ mobili, ogni cosa gli conferma tradimento: entra. Ghulnaz che non sospettava di nulla, come colei ch’era del tutto innocente, levasi per andargli incontro: non le dà tempo; le si avventa e le immerge nel seno un pugnale che tenea sotto la veste celato; e vedendo che non cade al primo