che l’essere presente ad una rappresentazione di onesti costumi non fosse cosa degna di biasimo; pure temendo che i popolani suoi si scandalezzassero del vedernelo a uscire di casa mascherato fuori dell’usanza sua, prese per ispediente di mettere certi vestiti da maschera prestatigli da un amico in un involto, e fatta venire alla riva di sua casa una gondola verso l’un’ora di notte, entrò in essa vestito com’egli era per travestirsi poi in essa barchetta, senza saputa di alcun altro, fuorchè del gondoliere che ne lo conduceva. Mentre che la barchetta facea suo viaggio per andare al luogo assegnato, tramutò egli i vestimenti, e giunto ad una riva al teatro vicina, quivi sbarcò mascherato, raccomandando al gondoliere le vesti sue che avea nella barchetta lasciate; e ordinato che quivi ne lo attendesse fino alla sua venuta, andò a vedere la commedia. Il gondoliere, a cui parea strano di dover indugiare quivi soletto forse tre ore, e venendogli a noja la solitudine mentre che gli altri si davano buon tempo, non sapendo che farsi, spogliatosi de’ panni suoi, quelli del religioso indosso si pose, e uscito fuori della barchetta sua, se ne andò in tal guisa contraffatto a passeggiare. Non lunge di là dov’egli si trovava, è una via detta del Carbone, dove abitano in certe casipole terrene le più sozze e vituperose uccellatrici degli uomini; nella quale strada entrato il gondoliere, piuttosto concio del vino, che altro, essendo uomo nel fondo suo di buona coscienza, il vino cominciò ad uscirgli in morale, e diceva ad alta voce: O fracide, o corpi datisi al mondo, quando vi pentirete voi di questa vita universale? Ben è questa Calle detta del Carbone, poichè voi siete veramente carboni accesi, i quali ardete o tingete. Contuttociò io vengo a voi qual fratello a sorella, e dicovi.... e qui fece un lago di riprensioni a modo suo, quali venivano, senza pensare a’ fiori di rettorica; se non che di tempo in tempo per rinforzare il ragionamento e dargli nervo, lo rincalzava, massime in sul chiudere de’ periodi, con qualche voca-