Oimè, grida la moglie, tu mi hai diserta: balorda, chè non gli domandasti tu s’egli disse lesso, affettato, arrosto o in altro modo? noi non lo cuoceremo mai a modo suo, e avremo una tempesta negli orecchi di rinfacciamenti, ch’io vorrei essere sorda. Alla fante parve aver mal fatto di non averne domandato il portatore; pure finalmente, parendole di avervi trovato il rimedio, disse alla padrona: Di che siamo noi così angosciate? questo pesce è sì bello e grosso, che se ne può cuocere in più forme e arrecarlo in tavola in tanti modi, che il bestione se ne contenti. Parve alla donna che dicesse il vero; onde la fanticella, dato di mano al coltello, assegnò capo e coda ad un pajuolo per farli lessi; parecchie fette ne apparecchiò per arrostirle, e un pezzo ne acconciò in un tegame con una certa sua salsa ch’era stata altre volte dal padrone nè biasimata nè lodata, indizio di approvazione. Mentre ch’ella faceva con gran diligenza le tre cuociture, la moglie che avea un bambino di forse due anni, tristo come il padre e che avea sempre aperta la gola per istridere, l’avea posto sopra il tappeto o celone della tavola, e stava scherzando seco e vezzeggiandolo perch’egli tacesse. Scherza di qua e cuoci di là, eccoti il fischio del marito: rizzansi gli orecchi. Oimè, ch’egli ne viene e non è ancora apprestata la mensa! Si apre: egli va a spogliarsi in una stanza terrena, gridando nell’entrarvi: A tavola. Corre la fante per istendere la tovaglia sulla mensa, e il fanciullo nello sforzarsi a stridere avea sozzato il celone di sotto a sè di un imbratto che non si dice. Che si ha a fare? tosto tosto si fa un fastello del celone, gittasi in un canto della cucina e stendesi la tovaglia sull’asse nuda, tanto che la tavola è in pronto. Sale il marito; siedono, viene la minestra: al primo cucchiajo il marito borbotta, chè la non dà altro sapore, che di acqua; dà una mano nel piattello e lo spinge via da sè. Vengono capo e coda lessi: guarda nel piatto, stringe le labbra, alza gli occhi e sbuffa. Lesso! vedi con chi ho a fare! Lesso, dice la mo-