Pagina:Novelle rusticane (1885).djvu/70

56 novelle rusticane

Lo zio Memmu, al vedere nella sua chiusa il sagrestano a stroncare e scavezzare rami interi, si sentiva quei colpi di scure nello stomaco, e gli gridava da lontano:

- Che non siete cristiano, compare Calogero? o non ve l’ha messo il prete l’olio santo, per dare così senza pietà su quell’ulivastro? - Ma sua moglie, pur colle lagrime agli occhi, andava calmandolo:

- È pel Mistero; lascialo fare. Il Signore ci manderà la buon’annata. Non vedi quel seminato che muore di sete?

Tutto giallo, del verde-giallo che hanno i bambini malati, poveretto! sulla terra bianca e dura come una crosta, che se lo mangiava, e vi faceva venire l’arsura in gola al solo vederlo.

- Questa è tutta opera di don Angelino, brontolava il marito, per farsi la provvista della legna, e chiapparsi i soldi della limosina.

Don Angelino, il pievano, aveva lavorato otto giorni come un facchino, col sagrestano, a scavar buche, rincalzar pali, appendere