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48 | novelle rusticane |
Per giunta le pecore gli morivano come le mosche, ai primi freddi dell’inverno, chè il Signore lo castigava perchè se la pigliava colla Chiesa, dicevano.
— E voi pigliatevi la casa, disse infine al Reverendo, che dopo tante liti e tante spese non gliene avanzava il danaro da comprarsi la corda per impiccarsi a un travicello. Voleva mettersi in collo la sua bisaccia e andarsene colla figliola a stare colle pecore, chè quella maledetta casa non voleva vederla più, finchè era al mondo.
Ma allora uscì in campo il barone, l’altro vicino, il quale ci aveva anche lui delle finestre e delle tegole sul tetto di curatolo Arcangelo, e giacchè il Reverendo voleva fabbricarsi la cucina, egli aveva pure bisogno di allargare la dispensa, sicchè il povero capraio non sapeva più di chi fosse la sua casa. Ma il Reverendo trovò il modo di aggiustare la lite col barone, dividendosi da buoni amici fra di loro la casa di curatolo Arcangelo, e poichè costui ci aveva anche quest’altra servitù, gli ridusse il prezzo di un buon quarto.