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il reverendo | 15 |
tremare cielo e terra. Il Reverendo, che non era lì per confessare, lasciava dire, e si tirava l’asino nella stalla.
Dopo che era divenuto ricco, aveva scoperto nella sua famiglia, la quale non aveva mai avuto pane da mangiare, certi diritti ad un beneficio grasso come un canonicato, e all’epoca dell’abolizione delle manimorte aveva chiesto lo svincolo e s’era pappato il podere definitivamente. Solo gli seccava per quei denari che si dovevano pagare per lo svincolo, e dava del ladro al Governo il quale non rilascia gratis la roba dei beneficii a chi tocca.
Su questa storia del Governo egli aveva dovuto inghiottir della bile assai, fin dal 1860, quando avevano fatto la rivoluzione, e gli era toccato nascondersi in una grotta come un topo, perchè i villani, tutti quelli che avevano avuto delle quistioni con lui, volevano fargli la pelle. In seguito era venuta la litania delle tasse, che non finiva più di pagare, e il solo pensarci gli mutava in tossico il vino a tavola. Ora davano addosso