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12 | novelle rusticane |
non resta mai nulla da rosicare. Ma ciò che li faceva mormorare era che quel servo di Dio li smungesse peggio dell’anticristo, allorchè avevano da spartire con lui, e non si faceva scrupolo di chiappare la roba del prossimo, perchè gli arnesi della confessione li teneva in mano e se cascava in peccato mortale poteva darsi l’assoluzione da sè. — Tutto sta ad averci il prete in casa! — sospiravano. E i più facoltosi si levavano il pan di bocca per mandare il figliuolo al seminario.
— Quando uno si dà alla campagna, bisogna che ci si dia tutto, diceva il Reverendo, onde scusarsi se non usava riguardi a nessuno. E la messa stessa lui non la celebrava altro che la domenica, quando non c’era altro da fare, che non era di quei pretucoli che corrono dietro al tre tarì della messa. Lui non ne aveva bisogno. Tanto che Monsignor Vescovo, nella visita pastorale, arrivando a casa sua, e trovandogli il breviario coperto di polvere, vi scrisse su col dito «Deo gratias!» Ma il Reverendo aveva altro