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i galantuomini 219

via gli armadi e i cassettoni, che lasciavano il segno bianco nel muro dove erano stati tanto tempo, e le figliuole, pallide come cera, avevano un gran da fare per nascondere alla mamma, in fondo a un letto, quel che succedeva. Lei, poveretta, fingeva di non accorgersene. Prima era andata col marito a pregare, a scongiurare, dal notaio, dal giudice: — Pagheremo domani — pagheremo doman l’altro. — E tornavano a casa rasente al muro, lei colla faccia nascosta dentro il manto — ed era sangue di baroni! Il dì del pignoramento donna Saridda, colle lagrime agli occhi, era andata a chiudere tutte le finestre, perchè quelli che son nati col don vanno soggetti anche alla vergogna. Don Piddu, quando per carità l’avevano preso sorvegliante alle chiuse del Fiumegrande, nel tempo della messe, che la malaria si mangiava i cristiani, non gli rincresceva della malaria: gli doleva solo che i contadini, allorchè questionavano con lui, mettevano da parte il don, e lo trattavano a tu per tu.