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206 | novelle rusticane |
— Ooooh... rincorrile le pecoreee!... rincorrileeee!...
— No! no! non son le pecore... non sono!
In quella passò una civetta, e si mise a stridere sul casolare.
— Ecco! — mormorò Carmenio facendosi la croce. — Ora la civetta ha sentito l’odore dei morti! Ora la mamma sta per morire!
A star solo nel casolare colla mamma, la quale non parlava più, gli veniva voglia di piangere. — Mamma, che avete? Mamma, rispondetemi? Mamma avete freddo? — Ella non fiatava, colla faccia scura. Accese il fuoco, fra i due sassi del focolare, e si mise a vedere come ardevano le frasche, che facevano una fiammata, e poi soffiavano come se ci dicessero su delle parole.
Quando erano nelle mandre di Resecone, quello di Francofonte, a veglia, aveva narrato certe storie di streghe che montano a cavallo delle scope, e fanno degli scongiuri sulla fiamma del focolare. Carmenio si rammentava tuttora la gente della fattoria, raccolta ad ascoltare con tanto d’occhi, dinanzi