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pane nero | 199 |
poveretta si faceva animo a fissarglieli in viso, ancora sbigottita, e balbettava:
— Davvero, mastro Brasi? Mi volete ancora bene?
— Sì, sì, ve ne vorrei! — rispondeva Brasi colla mano sulla coscienza. — Ma che colpa ci ho se non son ricco per sposarvi? Se aveste 20 onze di dote vi sposerei ad occhi chiusi.
Don Venerando adesso aveva preso a ben volere anche lui, e gli regalava i vestiti smessi e gli stivali rotti. Allorché scendeva in cantina gli dava un bel gotto di vino, dicendogli:
— Tè! bevi alla mia salute.
E il pancione gli ballava dal tanto ridere, al vedere le smorfie che faceva Brasi, e al sentirlo barbugliare alla Lucia, pallido come un morto:
— Il padrone è un galantuomo, comare Lucia! lasciate ciarlare i vicini, tutta gente invidiosa, che muore di fame, e vorrebbero essere al vostro posto.