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190 | novelle rusticane |
ova sentivano l’arsiccio? Peggio per loro! Non potevo spaccar legna nel cortile, e rivoltar le ova nel tempo istesso. Mi fanno far da cuoco e da garzone, e vogliono essere serviti come il re! Che non si rammentavano più quando lui mangiava pane e cipolla sotto un olivo, e lei gli coglieva le spighe nel campo?
Allora serva e cuoco si confidavano la loro «mala sorte» che nascevano di «gente rispettata» e i loro parenti erano stati più ricchi del padrone, già da tempo. Il padre di Brasi era carradore, nientemeno! e la colpa era del figliuolo che non aveva voluto attendere al mestiere, e si era incapricciato a vagabondare per le fiere, dietro il carretto del merciaiuolo: con lui aveva imparato a cucinare e a governar le bestie.
Lucia ricominciava la litania dei suoi guai: — il babbo, il bestiame, la Rossa, le malannate: — tutt’e due gli stessi, lei e Brasi, in quella cucina; parevano fatti l’uno per l’altra.
— La storia di vostro fratello colla Rossa?