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186 | novelle rusticane |
letto, e poteva «andare al mondo», se il Signore la chiamava.
Brasi da quell’orecchio non ci sentiva. Ma gli piaceva la Lucia, coi suoi occhi di carbone, e la grazia di Dio che ci aveva addosso. A lei pure le piaceva Brasi, piccolo, ricciuto, col muso fino e malizioso di can volpino. Mentre lavavano i piatti o mettevano legna sotto il calderotto, egli inventava ogni monelleria per farla ridere, come se le facesse il solletico. Le spruzzava l’acqua sulla nuca e le ficcava delle foglie d’indivia fra le trecce. Lucia strillava sottovoce, perchè non udissero i padroni; si rincantucciava nell’angolo del forno, rossa in viso al pari della bragia, e gli gettava in faccia gli strofinacci ed i sarmenti, mentre l’acqua gli sgocciolava nella schiena come una delizia.
— «E colla carne si fa le polpette — fate la vostra, chè la mia l’ho fatta».
— Io no? — rispondeva Lucia. A me non mi piacciono questi scherzi.
Brasi fingeva di restare mortificato. Raccattava la foglia d’indivia che gli aveva but-