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182 | novelle rusticane |
rovinato, brigante! — Non vedete come son ridotto? — cercava di rispondere Carmenio parando le busse. — Che colpa ci ho se non potevo stare in piedi dalla febbre? Mi colse a tradimento, là, sotto il pietrone! — Ma tant’è dovette far fagotto su due piedi, dir addio al credito di due onze che ci aveva con curatolo Vito, e lasciar la mandra. Che curatolo Vito si contentava di pigliar lui le febbri un’altra volta, tante erano le sue disgrazie.
A casa Carmenio non disse niente, tornando nudo e crudo, col fagotto in spalla infilato al bastone. Solo La mamma si rammaricava di vederlo così pallido e sparuto, e non sapeva che pensare. Lo seppe più tardi da don Venerando, che stava di casa lì vicino, e aveva pure della terra al Camemi, al limite del maggese dello zio Cheli.
— Non dire il motivo per cui lo zio Vito ti ha mandato via! — suggeriva la mamma al ragazzo — se no, nessuno ti piglia per garzone. — E Santo aggiungeva pure: