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178 | novelle rusticane |
lagnarsi suo marito — a zappare, a mietere e a seminare, meglio di un uomo, quando tirava su le gonnelle, colle gambe nere sino a metà, nel seminato.
Ora ella aveva ventisette anni, e tutt’altro da fare che badare alle scarpette e alle calze turchine. — Siamo vecchi, — diceva suo marito, — e bisogna pensare ai figliuoli -. Almeno si aiutavano l’un l’altro come due buoi dello stesso aratro. Questo era adesso il matrimonio.
— Pur troppo lo so anch’io! — brontolava Lucia — che ho i guai dei figli, senza aver marito. Quando chiude gli occhi quella vecchierella, se vogliono darmi ancora un pezzo di pane me lo danno. Ma se no, mi mettono in mezzo a una strada.
La mamma, poveretta, non sapeva che rispondere, e stava a sentirla, seduta accanto al letto, col fazzoletto in testa, e la faccia gialla dalla malattia. Di giorno s’affacciava sull’uscio, al sole, e ci stava quieta e zitta sino all’ora in cui il tramonto impallidiva sui tetti nerastri dirimpetto, e le comari chiamavano a raccolta le galline.