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172 novelle rusticane

non si faceva più vivo, forse perchè la Rossa gli aveva fatto qualche partaccia, invidiosa e pettegola com’era. Già Santo parlava sempre per dettato di sua moglie, la quale andava dicendo che quello delle rane era un fannullone, e certo era arrivata all’orecchio di compare Pino.

Perciò ad ogni momento scoppiava la guerra tra le due cognate:

— Qui la padrona, non son io! — brontolava Lucia. — In questa casa padrona è quella che ha saputo abbindolare mio fratello, e chiapparlo per marito.

— Se sapevo quel che veniva dopo, non l’abbindolavo, no, vostro fratello; chè se prima avevo bisogno di un pane, adesso ce ne vogliono cinque.

— A voi che ve ne importa se quello delle rane ha un mestiere o no? Quando fosse mio marito, ci avrebbe a pensar lui a mantenermi.


La mamma, poveretta, si metteva di mezzo, colle buone; ma era donna di poche parole, e non sapeva far altro che correre dall’una all’altra, colle mani nei capelli, balbettando: