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spallata per assestare le bisacce, che egli l’avrebbe portata sulle braccia, l’avrebbe portata, se si faceva la strada insieme. E guardava comare Nena negli occhi che lo fuggivano e cercavano gli asparagi in mezzo ai sassi, e nel viso che era infocato come se il tramonto vi battesse sopra.

— No, compare Santo, andatevene solo, che io sono una povera ragazza senza dote.

— Lasciamo fare alla Provvidenza, lasciamo fare...

Ella diceva sempre di no, che non era per lui, stavolta col viso scuro ed imbronciato. Allora compare Santo scoraggiato si assettò la bisaccia sulle spalle e si mosse per andarsene a capo chino. La Rossa almeno voleva dargli gli asparagi che aveva colti per lui. Facevano una bella pietanza, se accettava di mangiarli per amor suo. E gli stendeva le due cocche del grembiale colmo. Santo le passò un braccio alla cintola, e la baciò sulla guancia, col cuore che gli squagliava.

In quella arrivò il babbo, e la ragazza scappò via spaventata. Il camparo aveva il