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pane nero | 159 |
— Se andassi a vendere gli asparagi verrei con voi, e si farebbe la strada insieme — disse la Rossa. E come egli, ingrullito, rispondeva di sì col capo, di sì: ella aggiunse, col mento sul petto che faceva l’onda:
— Ma voi non mi vorreste, chè le donne sono impicci.
— Io vi porterei sulle braccia, comare Nena, vi porterei.
Allora comare Nena si mise a masticare la cocca del fazzoletto rosso che aveva in testa. E compare Santo non sapeva che dire nemmen lui; e la guardava, la guardava, e si passava le bisacce da una spalla all’altra, quasi non trovasse il verso. La nepitella e il ramerino facevano festa, e la costa del monte, lassù fra i fichidindia, era tutta rossa del tramonto. — Ora andatevene, gli diceva Nena, andatevene, che è tardi. — E poi si metteva ad ascoltare le cinciallegre che facevano gazzara. Ma Santo non si muoveva. — Andatevene, chè possono vederci, qui soli.
Compare Santo, che stava per andarsene infine, tornò all’idea di prima, con un’altra