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storia dell’asino di s. giuseppe 145

da quello del gesso, perchè si dice che «la roba vecchia muore in casa del pazzo».

Almeno così il povero asino di san Giuseppe visse meglio gli ultimi giorni; giacchè la vedova lo teneva come un tesoro, in grazia di quei soldi che gli era costato, e gli andava a buscare della paglia e del fieno di notte, e lo teneva nel casolare accanto al letto, che scaldava come un focherello anche lui, e a questo mondo una mano lava l’altra. La donna spingendosi innanzi l’asino carico di legna come una montagna, che non gli si vedevano le orecchie, andava facendo dei castelli in aria; e il ragazzo sforacchiava le siepi e si avventurava nel limite del bosco per ammassare il carico, che madre e figlio credevano farsi ricchi a quel mestiere, tanto che finalmente il campiere del barone colse il ragazzo sul fatto a rubar frasche, e lo conciò per le feste dalle legnate. Il medico per curare il ragazzo si mangiò i soldi del fazzoletto, la provvista di legna, e tutto quello che c’era da vendere, e non era molto; sicchè la madre una notte che il suo ragazzo