Pagina:Novelle rusticane (1885).djvu/144

130 novelle rusticane

dare compare Neli, scappando per il piano.

— Non me ne parlate, chè non ne voglio sentir parlare!

— Se non lo vuole, lasciatelo stare — rispose il padrone. — Se non lo piglia lui, lo piglierà un altro. «Tristo chi non ha più nulla da vendere dopo la fiera!»

— Ed io voglio essere ascoltato, santo diavolone! — strillava l’amico. — Che non posso dire la mia bestialità anch’io!

E correva ad afferrare compare Neli pel giubbone; poi tornava a parlare all’orecchio del padrone dell’asino, il quale voleva tornarsene a casa per forza coll’asinello, e gli buttava le braccia al collo, susurrandogli:

— Sentite! cinque lire più o meno, se non lo vendete oggi, un minchione come mio compare non lo trovate più da comprarvi la vostra bestia che non vale un sigaro.

Ed abbracciava anche la padrona dell’asino, le parlava all’orecchio, per tirarla dalla sua. Ma ella si stringeva nelle spalle, e rispondeva col viso torvo:

— Sono affari del mio uomo. Io non c’entro.