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102 | novelle rusticane |
— Allora non c’è più che fare, conchiuse compare Meno; e stette a guardare l’asino che si allungava sui sassi, rigido, col pelo tutto arruffato al pari di un gatto morto.
— È la volontà di Dio, sorella mia! le disse per confortarla. Siamo rovinati tutti e due.
Egli s’era messo a sedere sui sassi, accanto alla vedova, colla figliuoletta fra le ginocchia, e rimasero entrambi a guardare la povera bestia che batteva l’aria colle zampe, di tanto in tanto, tale e quale come un moribondo.
Comare Sidora, quand’ebbe finito di sfornare il pane, venne nel cortile anche lei colla cugina Alfia, che si era messa la veste nuova, e il fazzoletto di seta in testa, per far quattro chiacchiere; e disse a compare Meno, tirandolo in disparte:
Curatolo Nino, non ve la darà più l’altra figliuola, ora che con voi gli muoiono come le mosche, e ci perde la dote. Poi la Santa è troppo giovane, e ci sarebbe il pericolo che vi riempisse la casa di figliuoli.
— Se fossero maschi pazienza! Ma c’è