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gli orfani 101

come un pulcino, adesso che non aveva altri al mondo. Comare Sidora, buona massaia, gli rammentò:

— E la casa? come la lasciate, ora che non ci è più nessuno?

— Ho chiuso a chiave; e poi lì di faccia ci sta la cugina Alfia, per tenerla d’occhio.

L’asino della vicina Angela era disteso in mezzo al cortile col muso freddo e le orecchie pendenti, annaspando di tanto in tanto colle quattro zampe in aria, allorchè la doglia gli contraeva i fianchi come un mantice. La vedova, seduta lì davanti, sui sassi, colle mani fra i capelli grigi, e gli occhi asciutti e disperati, stava a guardare, pallida come una morta.

Compare Meno si diede a girare intorno alla bestia, toccandole le orecchie, guardandola negli occhi spenti, e come vide che il sangue gli colava ancora dalla cinghiaia, nero, a goccia a goccia, aggrumandosi in cima ai peli irsuti, domandò:

— L’hanno anche salassato?

La vedova gli fissò in volto gli occhi foschi, senza parlare, e disse di sì col capo.