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gli orfani | 99 |
la sentivo brontolare continuamente tra veglia e sonno. E se ne andava contenta all’altro mondo! col crocifisso sul petto, e le mani giunte di sopra. Non ha bisogno di messe e di rosari, quella santa! I denari pel prete sarebbero buttati via.
— Mondo di guai! — Esclamò la vicina. — Anche a comare Angela, qui vicino, sta per morire l’asino, dalla doglia.
— I guai miei son più grossi! Finì compare Meno forbendosi la bocca col rovescio della mano. — No, non mi fate mangiare altro, chè i bocconi mi cascano dentro lo stomaco come fossero di piombo. Mangia tu piuttosto, povera innocente, che non capisci nulla. Ora non avrai più chi ti lavi e chi ti pettini. Ora non avrai più la mamma per tenerti sotto le ali come una chioccia, e sei rovinata come me. Quella te l’avevo trovata; ma un’altra matrigna come questa non l’avrai più, figlia mia!
La bimba, intenerita, sporgeva di nuovo il labbro, e si metteva i pugni sugli occhi.
— No, non potete farne a meno — ripeteva