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gli orfani 95

Allora la piccina si accoccolò sullo scalino dell’uscio, tutta triste, colla focaccia nelle mani, senza toccarla.

Ad un tratto vedendo arrivare il babbo, si alzò lieta e gli corse incontro. Compare Meno entrò senza dir nulla, e sedette in un canto colle mani penzoloni fra le ginocchia, la faccia lunga, e le labbra bianche come la carta, chè dal giorno innanzi non ci aveva messo un pezzo di pane in bocca dal crepacuore. Guardava le comari come a dire: Poveretto me!

Le donne, al vedergli il fazzoletto nero al collo, gli fecero cerchio intorno, colle mani intrise di farina, compassionandolo in coro.

— Non me ne parlate, comare Sidora! ripeteva lui, scuotendo il capo e colle spalle grosse. — Questa è spina che non mi si leva più dal cuore! Vera santa era quella donna! che, senza farvi torto, non me la meritavo. Fino ad ieri, che stava tanto male, s’era levata di letto per andare a governare il puledro slattato adesso. E non voleva che chiamassi il medico, per non spendere e non